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Cura delle fitopatologie delle piante: Trichoderma e Biochar, possibili sinergie

Gli alberi in ambiente urbano sperimentano, molto più frequentemente di quanto accada in ambienti naturali, situazioni di stress causate sia da fattori biotici che abiotici. Tali fattori si verificano molto spesso a carico dell’apparato radicale. I suoli urbani presentano in genere caratteristiche peculiari che risultano sfavorevoli per la vita delle piante; tra le principali di queste ricordiamo:

a) il compattamento del suolo, fenomeno molto frequente in città, che causa numerose problematiche a livello radicale legate a fenomeni di ristagno idrico e anossia;

b) una scarsa ricchezza di flora microbica.

Questi due fattori accentuano le problematiche legate all’insorgenza di patologie fungine ed in particolare dei processi cariogeni ai danni dell’apparato radicale, del colletto e del fusto, i quali a loro volta vanno a minare la stabilità e la sicurezza statica degli alberi.
Un aspetto prioritario e spesso trascurato da chi si occupa di progettazione e manutenzione delle opere a verde dovrebbe dunque essere quello di migliorare le condizioni di fertilità fisica e microbiologica del suolo: una struttura del suolo ottimale e la presenza di comunità microbiche ricche e biodiverse permettono non solo di migliorare le condizioni di sviluppo delle piante ma anche di incrementare la capacità del sistema suolo-pianta di far fronte ad eventuali avversità crittogamiche.

Due degli strumenti che i tecnici e i professionisti hanno a disposizione in questo senso sono il biochar e l’uso di inoculi di funghi micoparassiti. Il biochar ha una azione strutturante e fertilizzante sul suolo, andando dunque ad agire sulle sue caratteristiche fisiche e chimiche. I funghi micoparassiti, tra i quali Trichoderma spp., hanno invece una azione antagonista e di prevenzione nei confronti dei funghi agenti di carie e vanno a migliorare la fertilità microbica del suolo.

Questi due strumenti sono stati applicati efficacemente in diversi contesti, andando a migliorare le condizioni di vita delle piante in ambiente urbano. Tuttavia, finora non si erano mai studiate le possibili interazioni e sinergie che potessero intercorrere tra biochar e funghi micoparassiti del genere Trichoderma.

Un recente studio condotto dal Prof. Francis Schwarze e dal suo team di ricercatori presso l’EMPA in Svizzera, ha tentato proprio di indagare queste interazioni giungendo a risultati interessati. Gli scienziati hanno infatti dimostrato come Trichoderma harzianum (una delle principali specie utilizzate nel controllo biologico) sia in grado di crescere e sviluppare micelio se inoculato nel biochar già dopo 48 ore.
Gli scienziati hanno inoltre testato la capacità di questo fungo (in particolare del ceppo T-720) di contrastare lo sviluppo di cinque diversi funghi patogeni basidiomiceti agenti di carie bruna nel legno, verificandone l’efficacia in colture duali e riuscendo anche a comprenderne alcune basi molecolari.
Questi test sono stati per il momento condotti solamente in vitro ma aprono la strada a possibili applicazioni sinergiche del biochar addizionato con Thricoderma in campo in una varietà di applicazioni pratiche.
Le potenzialità sono molteplici e Studio Landscape le testerà in campo al fine di definire gli effettivi benefici di questa sinergia.

Fonte: Ribera, J., Gandía, M., Marcos, J. F., del Carmen Bas, M., Fink, S., & Schwarze, F. W. (2017). Effect of Trichoderma-enriched organic charcoal in the integrated wood protection strategy. PloS one, 12(8), e0183004

Immagini: Colonizzazione del biochar da parte dei ceppi di Trichoderma harzianum T-720 e T-720G dopo 48 ore: a) biochar colonizzato da T. harzianum: b) ife di T-720G colonizzano le particelle di biochar (scala 100μm) c-d) ife di T-720 colonizzano le particelle di biochar (scala rispettivamente 30 e 20 μm) le frecce indicano le ife fungine.