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Utilizzo Biochar

L’utilizzo del Biochar come ammedante in ambiente urbano

Studio Landscape di recente ha iniziato a sperimentare e consigliare l’utilizzo di BIOCHAR anche associato a microrganismi, con ottimi risultati riscontrati in campo.

Gli alberi in ambiente urbano sperimentano condizioni micro-climatiche e pedologiche spesso molto differenti rispetto a quelle che si verificano in natura: sbalzi termici improvvisi, forte compattazione del suolo, semplificazione della componente microbiologica, ristagni idrici, smog sono solo alcuni tra i fattori che generano condizioni estremamente stressanti per le piante in città.
Se a questi fattori si aggiungono interventi manutentivi irrazionali (quali ad esempio potature drastiche e non giustificate) si comprende perché capiti molto spesso di imbattersi nelle nostre città in alberi deperiti o fortemente compromessi, che si trasformano da possibile elemento di pregio in rischio per l’incolumità pubblica.

La città di Stoccolma sta portando avanti da circa dieci anni una serie di sperimentazioni volte ad individuare le migliori tecnologie possibili per garantire condizioni di sviluppo ottimali per le piante in città, con particolare riferimento alle caratteristiche del suolo.

Il problema più grave e più frequente che riguarda i suoli delle aree verdi in ambiente urbano è la compattazione, la quale limita fortemente gli scambi gassosi a livello radicale e ostacola l’infiltrazione dell’acqua, favorendo il verificarsi di fenomeni di ristagno idrico.

Queste condizioni, già di per se stressanti per le piante, agevolano inoltre l’insorgenza di patologie fungine a carico dell’apparato radicale e del colletto. Obiettivo prioritario delle sperimentazioni condotte nella capitale Svedese, è stato dunque quello di individuare soluzioni che possano garantire una struttura ottimale al suolo sul lungo periodo, prevenendo i fenomeni di compattazione. Secondo quanto riportato da Bjorn Embrén – direttore del Dipartimento Paesaggio della CIttà di Stoccolma, le sperimentazioni condotte dal 2009 ad oggi hanno portato ad individuare come miglior soluzione tecnica l’utilizzo di un mix di biochar (prodotto ottenuto dalla pirolisi di materiale organico) e materiale roccioso con funzione strutturante. Questa tipologia di substrato garantisce una porosità del 40% circa e resiste in maniera efficace alla compattazione.

In particolare, per le condizioni urbane viene consigliato l’ utilizzo di biochar di pezzatura compresa fra 1 e 10 mm, in misura di 2,25 metri cubi per pianta. Per quanto riguarda il materiale roccioso, viene posto uno strato a pezzatura più grossa (100-150 mm) sul fondo ed uno strato con pezzatura più fine (32-63 mm) superficialmente, dopo la messa a dimora
della pianta. Questo schema generale, viene adattato e modificato in base alle caratteristiche specifiche del sito in cui si vanno a piantare nuovi alberi.

L’utilizzo del biochar come ammendante porta all’ottenimento di un substrato con struttura ottimale, con conseguenti riflessi sulla infiltrazione delle acque meteoriche ed una
ottimizzazione degli scambi gassosi a livello radicale. Le sperimentazioni condotte a Stoccolma hanno inoltre portato ad evidenziare l’instaurarsi di simbiosi tra funghi micorrizogeni e le piante messe a dimora anche su  questo tipo di substrato, che mantiene dunque una buona attività microbica. Tutto ciò ha portato ad un miglior sviluppo radicale delle piante ed in generale a condizioni vegetative e di accrescimento notevolmente migliori rispetto agli alberi messi a dimora su substrati convenzionali.

I risultati incoraggianti di questa sperimentazione hanno portato la Città di Stoccolma a voler costituire un proprio impianto di produzione di biochar, utilizzando come materia prima il materiale di risulta delle operazioni di manutenzione del verde (Stockholm Biochar Project). In tal modo la Città punta ad essere autosufficiente (produzione annua stimata 1.500 tonnellate) e a controllare la qualità del biochar prodotto. Inoltre, un ulteriore livello di sperimentazione, che vuole portare ad un notevole incremento nella sostenibilità nelle tecniche di realizzazione delle opere a verde, è la sostituzione del materiale roccioso a funzione strutturante con calcestruzzo di riciclo frantumato, di idonea qualità e trattato conformemente all’utilizzo all’interno del substrato colturale.

In Italia, il biochar è ancora un prodotto di nicchia poco utilizzato, ma potrebbe rappresentare un interessante strumento per migliorare le condizioni vegetative delle piante in città e evitare i frequenti fenomeni di compattazione a carico del suolo. Ovviamente, l’utilizzo di questo prodotto deve inserirsi in un quadro di progettazione, realizzazione e gestione delle opere a verde che risulti razionale e affidato a professionisti qualificati, elemento senza il quale difficilmente si possono ottenere i risultati sperati.

Fonti:

  • Embrén B: Planting Urban Trees with Biochar, the Biochar Journal (tBJ), 2016,
  • Arbaz, Switzerland. ISSN 2297-1114, www.biochar-journal.org/en/ct/77, pp 44-47

 

Per maggiori informazioni:

http://www.stockholmvattenochavfall.se/en/waste-and-recycling/development/biochar/